Paolo Cola sarà ammesso agli ordini

Il seminarista di San Gregorio da Sassola si rivolge alla Vergine Maria “specchio del sacerdozio”: «a lei, donna del sì, affido me e i miei compagni»

Domenica nella Cattedrale di San Lorenzo in Tivoli l’ammissione agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato di Paolo Cola.

Ci racconta come è nata la sua vocazione, da dove arriva la decisione di entrare in seminario?
Mi chiamo Paolo Cola, ho 38 anni, e appartengo alla Comunità Parrocchiale di San Gregorio Magno, in San Gregorio da Sassola, Diocesi di Tivoli. Io credo che la mia vocazione nasca da una chiamata per annunciare il piano salvifico che Dio ha su ciascuno di noi. Questa chiamata, credo sia nata tanto tempo fa, ma forse non ho avuto mai il coraggio di prendere in mano la mia vita e farne un capolavoro, come ebbe a dire san Giovanni Paolo II. Il confronto con gli altri ed una guida autorevole, mi ha fatto trovare la forza di lasciare quelle che erano le mie certezze umane per abbracciare il piano di Dio che ogni giorno si presenta alla mia porta, e con trepidazione e gioia grande, cerco di rispondere a questa chiamata.

Come si è preparato alla celebrazione della ammissione?
Durante il rito dell’ammissione all’Ordine sacro, il Vescovo mi rivolgerà queste parole: «Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento». Dopo il discernimento nell’anno propedeutico, sono stato accompagnato a riscoprire la chiamata ad essere discepolo di Gesù. Dopo aver vissuto questi primi anni di formazione, ho potuto chiedere alla Chiesa, nella persona del Vescovo, di essere ammesso tra i candidati al diaconato e al presbiterato. Il candidato pronuncia il suo primo «sì» dinanzi alla Chiesa radunata in preghiera, ed io lo farò nella Parrocchia Cattedrale del Duomo di Tivoli, dove presto servizio ormai da tre anni. Cerco di fare questo primo passo corroborato dalla preghiera, ed essere sempre più fedele agli impegni che un giorno prenderò dinnanzi al Vescovo e alla Comunità cristiana. Oggi più che mai, la Chiesa ci chiede di essere fedeli discepoli: liberi e fedeli in Cristo.

Un consiglio ai giovani
Con la gioia che in questi giorni pervade il mio cuore, vorrei contagiare tutti, non solo i miei coetanei, ma anche quelli più piccoli ed i più grandi ai quali ancora oggi il Signore fa sentire la Sua voce. Solo ora mi sto rendendo conto che la vita di ciascuno di noi diventa un cammino e una missione: un cammino lo stare con gli altri, una missione come risposta a Dio. Mi ritornano in mente le parole di san Giovanni XXIII: «Maria è l’ideale del seminarista e lo specchio del Sacerdozio»: a lei, donna del «si», affido me e tutti i miei compagni che si accingono a vivere alla sequela del Signore per la via del sacerdozio.