Tivoli, Parrocchia di San Vincenzo in Sant’Andrea, Venerdì 19 aprile 2019
Signor Sindaco, illustri autorità, cari sacerdoti, fratelli e sorelle!
Anche quest’anno abbiamo chiuso questo Venerdì Santo con la processione del “Cristo morto”.
La sua immagine deposta dalla croce e portata in processione sembra dire a tutti che il Padre non lo ha ascoltato.
“Padre – aveva detto nel giardino degli ulivi mentre venivano ad arrestarlo per condurlo a processo e alla croce –, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
E il Padre pare non averlo ascoltato.
Da buon Ebreo avrà ripetuto le parole del Salmo 22 (21): “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza: sono le parole del mio lamento” … e ora guardando a Cristo morto e deposto dalla croce ci viene da dire: il suo Dio, il Padre di cui si è proclamato Figlio, non lo ha ascoltato! Ha permesso che morisse.
E noi, che quest’anno siamo stati chiamati a riflettere sull’ascolto di noi stessi, degli altri e di Dio, dovremmo ascoltarlo? Ascoltare quel Dio che sta in silenzio, che permette la morte del suo Figlio, che pare abbandonarci e quindi lasciare senza senso la nostra vita che se non ha Lui come ultimo riferimento diviene vuota e priva di speranza, destinata soltanto alla morte …? Noi dovremmo ascoltare gli altri che spesso, in un mondo dove si vive come se Dio non esistesse, sono come il “branco di cani” che circonda il salmista, che seguono soltanto logiche mondane, di potere, che seguono soltanto i loro interessi?
Sì, dobbiamo ascoltare Dio, perché – nonostante le apparenze – Dio, non ci abbandona mai!
Innanzitutto perché è per ciascuno di noi e per tutti “Dio mio!”.
Un Dio con il quale abbiamo spesso la pretesa di essere noi a parlare con Lui mentre è Lui che parla, a volte anche con i suoi apparenti silenzi, con noi. Ed è un Dio che non può, non riesce, non vuole abbandonarci anche quando sembra che non ci ascolti.
Se è Lui, come continua a ricordare il Salmo 22, Colui che ci ha tratto dal grembo di nostra madre, sul suo petto ci ha fatto riposare, al nostro nascere – cioè quando eravamo totalmente dipendenti dagli altri – ci ha raccolto e accolto, che dal grembo di nostra madre è il mio e nostro Dio, può abbandonarci? Può non ascoltarci? No, assolutamente no!
Nella concezione biblica diversa dalla nostra e che Gesù ha voluto per un momento condividere con noi in quanto uomo, la fede in Dio non si basa sulla fedeltà dell’uomo a Lui ma sulla Sua fedeltà a noi!
Dobbiamo allora porci in ascolto della Sua volontà ed obbedire, ossia ascoltarla anche quando non sempre la comprendiamo perché è Sua, è di un Dio che sappiamo che il Cristo che stasera guardiamo “Morto” lo ha risuscitato. Sì Dio è intervenuto ed interviene sempre nella storia comunitaria e personale di ciascuno di noi, veglia su di noi … noi sappiamo che il suo nome è Salvatore e che dopo il silenzio del Sabato Santo, Cristo risorgerà!
Certo, ha permesso la croce e la morte anche per il Figlio ma poi, secondo la Sua volontà, è intervenuto risuscitandolo.
Merita allora che lo ascoltiamo! Lui anche quando pare non risponderci ha cura di noi, ascolta il nostro grido e ci salva!
Per questo, per evitare che davanti a noi stessi o al mondo che dobbiamo ascoltare e conoscere prendiamo paura, ci deprimiamo, ci avviliamo … vi invito tutti, stasera, a tornare a Dio, a tornare ad ascoltarlo, a dialogare con Lui, anche a scontrarvi con Lui. Sicuro che a tutti Dio risponde se saremo fedeli alla Sua Parola letta con la Chiesa e nella Chiesa tramite la quale si rivela a noi, sicuro che Lui che veglia sempre su di noi e non ci lascerà in potere della morte.
Come Maria, impariamo ad ascoltare la voce di Dio e a metterla in pratica.
Anche nel momento del suo doloroso sgomento, sotto la croce, a Lei Dio ha parlato attraverso Gesù: “Donna ecco tuo figlio – riferendosi a Giovanni –”, “Figlio, ecco la tua madre!”.
E da quel momento Giovanni la prese con sé e Lei, accogliendo Giovanni, accolse tutta l’umanità nel suo cuore di Madre.
Ascoltando la voce di Dio sulla croce nacque la comunione, la solidarietà, la capacità di ascoltarci ed accoglierci reciprocamente.
Che ciò accada anche per noi stasera.
La nostra città, il nostro Paese, il mondo, hanno bisogno di tante cose. Ma hanno bisogno soprattutto del Dio di Gesù Cristo, di chi ci ascolti anche quando appare silente, di quel Dio che è il mio e nostro Dio da sempre e non smette mai di esserlo e ci risponde chiedendoci di ascoltarci ed amarci a vicenda, perdonando le nostre colpe e destinandoci alla Risurrezione e alla vita affinché possiamo annunziare a tutti i nostri fratelli il Suo nome, quello che anche attraverso l’esperienza della croce e del suo apparente silenzio abbiamo conosciuto di Lui, e lodarlo in mezzo all’assemblea!
È il mio augurio a tutti voi per questa Pasqua che domani notte celebreremo con solennità in tutta la Chiesa. Amen.
+ Mauro Parmeggiani
Vescovo di Tivoli e di Palestrina