Cave - Santa Maria Assunta e Visitazione
ORARI MESSE
FESTIVI
10.30 – 17.15 (inv) oppure 18.15 (est.)
FERIALI
17.15 (inv) | 18.15 (est.)
Chiesa di Santa Maria in Plateis
Festivi: 8.00
RECAPITI
TELEFONO
06 9507056
EMAIL
parrocchiasantamaria.2@virgilio.it
INDIRIZZO
Piazza del Plebiscito, 00033 Cave (Rm)
PERSONE
PARROCO
Don Loris Rodella
VICARI PARROCCHIALI
Don Fabrizio Micocci
Cenni Storici
La Chiesa di Santa Maria Assunta, la cui fronte settecentesca si affaccia sulla Piazza del Plebiscito, gode dei titoli di insigne collegiata e di chiesa principale o matrice della città di Cave. Ha ereditato questi titoli dalla prima e più modesta chiesa, dedicata sempre a Santa Maria Assunta, che si trovava nella parte bassa del borgo e che, fino ad oltre la metà del 1700, fu aperta al culto nonostante fosse mal ridotta e insufficiente a contenere l’accresciuta popolazione. Fino al 1572, Santa Maria Assunta fu retta ed officiata da un semplice parroco ma, il 3 marzo 1572, per interessamento del principe Marcantonio Colonna, il cardinale vescovo di Palestrina, con decreto e autorità del pontefice Pio V, eresse in Santa Maria Assunta il “Collegium canonicorum” ed accrebbe le rendite della chiesa con i benefici della vicina chiesetta di S. Pietro. Con lo stesso decreto veniva concesso al principe Marcantonio Colonna e alla sua famiglia il diritto di patronato per l’arcipretura e i canonicati, diritto che la famiglia Colonna esercitò fino al 1934, anno in cui spontaneamente vi rinunciò. Con l’erezione a Collegiata, la Chiesa di Santa Maria Assunta acquistò anche il titolo di chiesa principale del paese, titolo che fino a quel momento era appartenuto alla chiesa di Santo Stefano. Essere chiesa principale del paese significava godere di alcuni privilegi sulle altre chiese, come predicare l’Avvento e la Quaresima, aprire la visita pastorale del vescovo, promuovere le processioni penitenziali per propiziare il buon esito delle semine e dei raccolti, iniziare lo scioglimento delle campane nel giorno del sabato santo, ed altri ancora. Il visitatore apostolico Giovan Battista Altieri, nel 1637, ordinò la demolizione della pericolante navata centrale della chiesa (la navata sinistra era già crollata) e, nel contempo, ordinò che fosse costruita al più presto una nuova collegiata. Lo stesso anno fu posata la prima pietra della nuova chiesa e piantata la croce nel punto in cui avrebbe dovuto sorgere, scelto nella parte più alta del paese, ma i lavori, appena iniziati, furono presto abbandonati. Così la chiesa del borgo continuò, anche se ridotta in precarie condizioni, ad accogliere i fedeli fra le sue mura fatiscenti per oltre cento anni. Durante il settecento, i canonici di S. Maria ripresero la costruzione della Chiesa, non badando più né alle spese, né ai grandi sacrifici anche personali, per averne una spaziosa e comoda, non più in fondo al paese, al “Borgo S. Maria” contornata di viuzze e casolari umili, ma nella parte superiore del paese, come punto centrale in Piazza del Plebiscito, allora Piazza Colonna. Fu comunque, per le premure e le ordinanze dell’E.mo Card. Giuseppe Spinelli, vescovo dal 1753 al 1759, che si poterono riprendere, o meglio ricominciare “a fundamentis”, i lavori della nuova S. Maria terminati nel 1759. La nuova chiesa progettata dall’arch. Costantino Fraschetti di Roma, fu edificata espropriando e demolendo case di proprietà del monastero di S. Maria degli Angeli di Palestrina (le Farnesiane) e del Convento di S. Carlo di Cave. Concluso l’accordo fra i canonici di Santa Maria Assunta e i padri agostiniani di Santo Stefano per stabilire il territorio della nuova parrocchia, finalmente la nuova chiesa, ormai decorata e arredata, fu solennemente consacrata dal Card. Giuseppe Spinelli il 2 luglio 1761, giorno dedicato alla festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Da quel giorno fu aggiunto al titolo primitivo di Santa Maria Assunta, anche quello della Visitazione. Ma il popolo ha continuato e continua ancor oggi a chiamarla semplicemente “Santa Maria”. Naturalmente alla nuova chiesa furono trasferiti i titoli e i privilegi di collegiata e chiesa principale del paese già posseduti dall’antica chiesa del borgo, titoli e privilegi che ancora conserva.