Orvinio - S. Nicola di Bari
ORARI MESSE
FESTIVI
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FERIALI
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RECAPITI
TELEFONO
0765 1894382
INDIRIZZO
Via Manenti 70 – (02035) Orvinio (Ri)
PERSONE
PARROCO
Don Desiderio Maiema
Cenni Storici
Autentica gloria di Orvinio è il pittore Vincenzo Manenti, attivo nel XVII secolo, la cui casa natale è contrassegnata da una lapide-ricordo. Il Manenti ha lasciato in questo centro pregevoli testimonianze della propria opera pittorica nella chiesa della Madonna dei Raccomandati: San Francesco che riceve le stimmate e altri santi; le Virtù teologali e le Virtù cardinali; gli affreschi di una cappella raffiguranti lo sposalizio di Maria e un San Rocco col committente; in un’altra cappella, ritratti di persone della famiglia Basilici. La chiesa, in origine annessa ad un convento, sede della confraternita del Gonfalone, custodisce anche la tela dell’altare maggiore, raffigurante la Madonna dei Raccomandati, un seicentesco ovale con Sant’Andrea e la coeva tela di scuola romana con la Madonna del Rosario. Altra chiesa di rilievo è la cinquecentesca San Nicola, ricostruita in stile barocco, già parrocchia e vicaria di Santa Maria del Piano. A circa due chilometri dal paese, verso Pozzaglia, si trovano gli imponenti resti della Chiesa e del Monastero di Santa Maria del Piano (che la leggenda vuole fondati da Carlo Magno in segno di gratitudine per la vittoria conseguita sui saraceni) che insisterebbero su preesistenti strutture. Sorta probabilmente nell’XI secolo Santa Maria del Piano andò crescendo d’importanza fino al XII secolo, iniziando poi nel successivo un processo di decadenza, lento ma inarrestabile, conclusosi nel secolo scorso, quando il monastero risultava ancora abitato, sia pure da un solo frate dell’ordine eremitano. Abbazia dei benedettini, elevata a commenda da Leone X, mostra ancora nei ruderi l’antico splendore della costruzione. La chiesa, completamente priva di copertura, presenta una facciata a capanna, nell’alto della quale stava un rosone ora scomparso. Sottostante al rosone, una finestra romanica finemente ornata, ai lati della quale si trovano due lesene con capitelli corinzi fiancheggiate da tre archetti ciechi. Il portale quattrocentesco che ha sostituito l’originale è sormontato da una lunetta del XV secolo. L’interno è a croce latina, ad unica navata, con abside semicircolare sopraelevata. La navata era separata dal transetto mediante quattro arconi poggianti su robuste semicolonne, una delle quali sopravvive. Bella la torre campanaria del XII secolo con finestre monofore, bifore e trifore ornate da colonnine in pietra bianca e con numerosi elementi decorativi incastonati. Sia la facciata che l’interno hanno subito notevoli rimaneggiamenti attraverso il tempo. Certi sono gli interventi del presbitero Bartolomeo nel 1219, ricordati in una iscrizione sulla facciata, e quelli operati nel 1953 a seguito dell’ultimo crollo verificatosi nella struttura abbaziale. Nelle stesse condizioni di deplorevole abbandono è l’annesso convento, di indubbia rilevanza monastica e storica, anche a causa dei suoi vastissimi possedimenti.