lunedì, 17 Febbraio 2025
Il Vescovo Mauro Parmeggiani

 

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Jenne - S. Andrea Apostolo

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Don Petro Khmara

Cenni Storici

Si legge in una pagina dell’archivio parrocchiale che la sera del 6 luglio dell’anno del Signore 1835 viene posta la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, molto più grande della prima sempre dedicata al culto di Sant’Andrea Apostolo della lunghezza di mt 15 e della larghezza di mt 10 circa. L’opera fu disegnata dall’architetto trebano Nicola Jona, che personalmente diresse i lavori fino alla sua morte e che non riuscì a vedere la sua opera finita, poiché morì il 27 agosto 1843 ad Anagni. I lavori e i sacrifici del popolo jennese per la realizzazione della suddetta opera si conclusero solo nel settembre del 1874, quando il 13 dello stesso mese e anno il Card. Raffaele Monaco La Valletta, Abate commendatario di Subiaco, consacrò la nuova chiesa anch’essa dedicata al culto di Sant’Andrea Apostolo. Dopo quella del Monastero di Santa Scolastica e quella di Sant’Andrea in Subiaco, è la chiesa più grande di quelle che appartenevano all’Abbazia territoriale di Subiaco. Diversi interventi di consolidamento statico e strutturale furono eseguiti ad abbellire sempre più la nuova chiesa dai rev.mi arcipreti che si sono succeduti nel corso degli anni. La chiesa nel suo interno conserva al centro nell’altare maggiore un crocefisso ligneo colorato, datato non prima della fine del ‘600. L’opera che vanta tanta venerazione è la pala posta sull’altare laterale raffigurante San Rocco, eseguita dal presbitero romano Alessandro Zamboni nel 1863. Di fronte al quadro del santo protettore si trova inquadrato, sopra il secondo altare laterale, il quadro del Santo titolare Andrea, opera del Cav. Natale Carta, professore dell’Accademia di Santa Lucia, che lo dipinse nel 1860. Nelle cappelle laterali si possono ammirare la Vergine Immacolata con i santi Pietro e Filomena, opera dello stesso Zamboni che la firma in data 1862. Di fronte a questa si può ammirare la cappella dei Santi Antonio Abate e Antonio di Padova, tela del 1861 di Natale Carta. Rispettivamente a destra e sinistra dell’entrata principale stanno: la cappella di San Giuseppe a sostituzione di quella del Crocifisso posto ora nell’altare maggiore, realizzata dalla confraternita di San Giuseppe e benedetta nel 1996, dove è conservata una statua del santo con il bambino posta su un altare di pietra locale fatto da Francesco Mantella di Jenne; a sinistra invece si può notare la cappella dell’Addolorata, sempre con una statua in legno posta su un altare in muratura rifinito con marmo, già posto prima del 1974 dallo stesso Mantella. A sostegno della cantoria, sono state poste le due colonne provenienti dalla villa di Traiano sugli altopiani di Arcinazzo, dove troneggia il nuovissimo organo a canne a trasmissione elettrica, della Ditta Tamburini di Crema, eretto nel 1971. Di notevole interesse storico riveste la Chiesa di Santa Maria in Arce (Madonna della Rocca) ultimo resto del castello dove nacque Papa Alessandro IV; le sue pareti sono parzialmente affrescate con dipinti del XII sec. Altra Chiesa esistente nell’ambito della Parrocchia è la chiesa della Madonna delle Grazie a due navate, una del XIV e l’altra del XVII secolo dove si conserva un venerato affresco su roccia riproducente la Vergine col Bambino. Tutto ciò ispirò il celebre scrittore Antonio Fogazzaro a dire di Jenne “… il gregge di casupole che il campanil governa”. Jenne è un comune dell’alta valle dell’Aniene che sorge su uno sperone del monte Pratiglio ed è circondato dalla cerchia dei monti Simbruini. Dista da Roma 86 chilometri, si raggiunge dalla capitale percorrendo la via Tiburtina Valeria, oppure l’autostrada Roma-L’Aquila sino a Mandela, deviando poi per la via Sublacense. Non si conosce l’esatta derivazione del toponimo, ricordato in età medioevale come “fundus Gehenna, castrum Jennarum e Genne”. Poco probabile si ritiene l’ipotesi avanzata da alcuni studiosi, secondo i quali il nome potrebbe derivare da Gehenna, inferno. Purtroppo non esiste una valida documentazione sulle più antiche origini del paese e sui primi insediamenti sul suo territorio, salvo qualche reperto di scarsa entità, tra cui una spada risalente all’Età del bronzo, ritrovata in una grotta. La prima citazione storica della località si trova in una pergamena di Papa San Leone IX (1049-1054) che conferisce all’Abbazia di Subiaco il fundus Gehenna con i suoi monti, colli e luoghi agresti. Si ignora anche la data del suo “incastellamento”, cioè della fortificazione, che avvenne comunque prima del 1052. Una lapide marmorea fatta apporre, infatti, nel 1052 o 1053 dall’abate Umberto all’ingresso di Santa Scolastica a Subiaco cita il nome della località tra i possedimenti dell’abbazia con la denominazione di castrum Jennarorum. Primo signore di Jenne fu Filippo I di Marano, al quale seguirono dopo alterne vicende il cardinale Ugolino Vescovo di Ostia, diventato successivamente Papa Gregorio IX (1224-1241) e Rinaldo dei conti di Segni, anch’egli Vescovo di Ostia e futuro Papa Alessandro IV (1254-1261). L’ascesa al soglio pontificio di Bonifacio VIII Caetani (1294-1303) segnò la decadenza della famiglia dei conti di Segni e l’inizio della signoria di Pietro conte di Caserta, nipote di Papa Caetani. Nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento non si registrarono eventi di particolare interesse nella storia di Jenne. Nel 1639 Papa Umberto VIII Barberini concesse “in perpetuo” la proprietà del paese all’Abbazia di Santa Scolastica, che già l’aveva tenuta in passato. In molti documenti dell’epoca gli jennesi venivano perciò chiamati: “comunità di Jenne dell’Abbazia di Subiaco”. Sotto il pontificato di Benedetto XIV Lambertini (1740-1758) il governo del luogo fu assunto direttamente dalla Sacra congregazione del Buon Governo, che naturalmente aveva sede a Roma. Durante il Settecento e sino alla metà dell’Ottocento l’economia locale si trasformò da prevalentemente pastorale in agricola grazie anche al diminuito esodo dei braccianti e dei pastori verso l’agro Pontino. Tra gli edifici più interessanti va ricordata la Parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, costruita nel 1874 su progetto dell’architetto Nicola Jona di Trevi nel Lazio, in sostituzione di una precedente chiesa divenuta insufficiente per l’accresciuta popolazione di allora. La facciata, caratterizzata da quattro grandi lesene sormontate da un timpano, è arricchita da due torri campanarie erette nel 1907. L’interno, a croce latina, un tempo a tre navate, ne ha attualmente una sola, perché gli archi di passaggio che univano la centrale alle due laterali furono chiusi dopo il terremoto del 1915. La Chiesa di Sant’Andrea conserva un pregevole crocifisso ligneo di autore ignoto del XVI secolo e alcune tele del pittore siciliano Natale Carta. Ben poco rimane dell’antico castello, costruito dall’abate di Subiaco Giovanni V, che un tempo dominava il paese; la Chiesa della Madonna della Rocca con affreschi del XIV secolo. In località Costa sono evidenti le rovine dell’antica Tauna, un paese più volte saccheggiato da barbari e saraceni e infine abbandonato.

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VITA DI PARROCCHIA