Cenni Storici
Eretta il 22 settembre 1985 da mons. Renato Spallanzani, vescovo diocesano, e riconosciuta civilmente il 15 novembre 1986 con decreto del Ministero dell’Interno, ha come sede la chiesa di Santa Maria delle Grazie, della cui fondazione non si ha memoria, ma certamente è molto antica. Il 9 ottobre 1573 fu concessa ai padri Carmelitani di Sant’Antonio dal Card. Giulio della Rovere. Secondo Cecconi, l’erezione della chiesa è legata a singolari prodigi: “ Vi era, per quanto narrasi, in Palestrina una povera e innocente fanciulla, che nel giorno mendicando per la città il vitto ritiratasi la sera in campagna fra una siepe di spine. La seguì più volte un giovinastro, il quale, avendo osservato che appena ivi giungeva quella divota verginella, le apriva il roveto prodigiosamente la strada, ne sparse la fama per la città; e ne venne che la donzella sopra di ciò interrogata, disse con innocente semplicità ch’era ivi una benigna Signora col Figliuolino nel seno, da cui era caritativamente accolta dentro una piccola Cona. Propalatasi questa novella corsero molti per naturale curiosità a tagliare quello spinaio; e vi trovarono un’immagine di Maria col Divin Verbo sulle braccia. Non può spiegarsi quale fu allora la moltitudine del popolo che vi concorse; e quali, e quanti furono i benefizi, che si degnò di profondere pietosamente Iddio verso gli adoratori di quella sacra effige. […] In gratitudine di così singolari prodigi vi fu in breve tempo eretta una Chiesa.”. Oltre all’altare maggiore, la chiesa era ornata da altri due altari, non più esistenti, eretti nel 1605 da padre Sebastiano Fantoni quando provvide a ingrandire anche la chiesa, dedicati a Sant’Anatolia Vergine e Martire e alla Madonna del Carmine. Il tempio fu meta di pellegrinaggi degli abitanti di Palestrina e dei paesi vicini. Gravemente danneggiato dagli ultimi eventi bellici, il sacro edificio fu riparato da padre Mariano Zaralli, il quale, in seguito ne promosse e realizzò, con il contributo statale, il totale restauro e la realizzazione, in facciata, di un mosaico raffigurante la Beata Vergine. Nel settembre 1988, il parroco, Don Augusto Iacobini, fece realizzare una vetrata raffigurante il martire Sant’Agapito con ai lati i Santi Martiri Anastasio e Porfirio. Annessi alla chiesa la sagrestia e la casa parrocchiale ricavata nei locali abitati dall’eremita.