Palestrina - Sacra Famiglia
ORARI MESSE
FESTIVI
8.00 9.30* 11.00 17.30 (18.30 estivo)
FERIALI
9.00 – 17.30 (18.30 estivo)
* Per luglio e agosto la S.Messa delle 9.30 è sospesa
RECAPITI
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INDIRIZZO
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PERSONE
PARROCO
Don Fernando Cianfriglia
VICARIO PARROCCHIALE
Don Jean Willy Bomoi
COLLABORATORE PARROCCHIALE
Don Gabriel Marcel Ndwaya Tati
SACERDOTI DOMICILIATI
Don Giovanni Trotta
Monsignor Felicetto Gabrielli
Don Luciano Sgualdi
DIACONI IN SERVIZIO
Giovanni Buzzeo
Enrico Ottaviani
Cenni Storici
La chiesa della Sacra Famiglia, che è la quinta parrocchia di Palestrina, fu eretta a seguito della bolla vescovile di Mons. Pietro Severi del 28/10/1973. La posa della prima pietra risale al 22/10/1978 giorno nel quale inizia il suo ministero Papa Giovanni Paolo Il (eletto il 16 ottobre). Il progetto è dell’arch. Furio Fasolo, che insegnò per molti anni Storia della Architettura alla Facoltà di Architettura “La Sapienza” di Roma. La scelta di Fasolo fu praticamente casuale, in parte dovuta alla frequentazione del paese, in parte per un’amicizia in comune tra il Padre Cambiè dell’Ordine dei Sacramentini, il quale propose, all’allora Vescovo Severi, di edificare una nuova chiesa a San Rocco. Padre Cambiè era un architetto, rettore di un Convento a Palestrina, e s’interessò a questa fase iniziale del progetto, ma dovette rinunciare a divenirne il parroco, perché incompatibile con la missione del proprio ordine religioso. Per questa ragione dopo il rifiuto anche dei Padri Trinitari di Palestrina di prendersi cura dell’erigenda parrocchia, fu nominato, dal Vescovo Severi, Mons. Giuseppe Marino, il quale ha legato trenta anni di attività sacerdotale alla costruzione di questa chiesa consacrata da tre vescovi il 22/06/1997. Il progetto originario fu ripreso da un’altra chiesa costruita dal Fasolo nelle campagne del viterbese. All’inizio l’edificio sacro era disposto perpendicolarmente rispetto alla SS. 155 di Fiuggi. L’idea era quella della tenda del viandante, ma la vicinanza con costruzioni private preesistenti e la destinazione urbanistica a servizi (verde pubblico) del terreno verso la strada, costrinsero il progettista a ridurne lo sviluppo in altezza e a ruotare di 90° l’edificio, che si trovò con la facciata rivolta verso una stradina di secondaria importanza e una proprietà privata. La forma della chiesa, dunque, è frutto di pesanti adattamenti già nel corso della fase di progettazione, il più importante dei quali è quello del presbiterio. L’area presbiterale attuale, infatti, occupa quella che inizialmente doveva essere la sacrestia e parte degli uffici parrocchiali. Si resero conto delle insufficienti dimensioni della chiesa proposta, anche andando a vedere quella nel viterbese studiata per un piccolo centro di campagna. Ovviamente l’esigenza e il sito erano diversi, per questa ragione ci furono violente discussioni con l’arch. Fasolo che fu invitato a modificare la pianta. Fu incaricato di dirigere i lavori l’arch. Sapora, il quale, dopo la morte di Fasolo, ne proseguì l’opera. La disposizione planimetrica della chiesa, inizialmente di forma ovale, è oggi assimilabile alla croce latina. Il presbiterio rettangolare è preceduto da una sorta di arco trionfale ottenuto attraverso un corpo interposto, profondo circa m. 2.50, che sostiene il campanile ed è forato per l’illuminazione naturale sia lateralmente, sia superiormente. L’aula, come detto ovale, accoglie e avvolge il fedele. La facciata principale è rivolta verso uno spazio secondario e la seconda entrata posta al centro dell’aula, finisce per costituirne l’accesso principale, per la provenienza diretta dal parcheggio e per l’arrivo dalla strada SS. 155 verso cui si affaccia.