La Chiesa in primo piano negli aiuti al tempo del Covid-19
La sera del 28 giugno le maggiori rappresentanze militari, civili e religiose di Tivoli si sono ritrovate al Convitto Nazionale Amedeo di Savoia Duca d’Aosta di Tivoli, in occasione dell’ormai tradizionale incontro tra territorio e istituzioni. Questo evento solitamente viene organizzato durante il periodo natalizio, un momento dedicato all’amicizia, alla solidarietà e allo scambio di auguri tra il Convitto Nazionale, le varie istituzioni e le realtà imprenditoriali che operano sul territorio, ma per motivi legati alla pandemia si è potuto tenere soltanto ora.
L’evento è ufficialmente iniziato alle 20. Fino a poche ore prima, infatti, il Vescovo era stato impegnato in un’altra cerimonia nella parrocchia di San Carlo in Cave, durante la quale l’Arma dei Carabinieri ha riconsegnato gli antichi busti dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, del XVIII secolo, trafugati nel novembre 2010.
Invece a Tivoli, la cerimonia si è svolta all’interno dell’antico edificio del Convitto Nazionale, in una splendida sala dai soffitti dipinti e le pareti decorate. Per rompere il ghiaccio, è stato proiettato un breve video di benvenuto realizzato dalle forze militari del Comune di Tivoli, per poi passare subito dopo la parola al rettore dell’istituto, il professor Antonio Manna. Nel suo discorso il rettore, emozionato, ha voluto celebrare i 5 anni dell’indirizzo alberghiero del Convitto, ricordando che quest’anno si sono tenuti gli esami di maturità dopo più di 50 anni. Un traguardo importante per gli studenti e gli insegnanti che hanno lavorato duramente.
La prima serie di premi è stata conferita a Lorenzo, Martina e Riccardo, tre studenti che in questi anni si sono distinti maggiormente, una soddisfazione per familiari e docenti. Si è passati poi alla consegna di una targa al direttore generale dell’Asl Roma 5, il dottor Giorgio Giulio Santonocito, per il lavoro svolto durante l’emergenza Covid. Tra le parole pronunciate nel breve discorso di Santonocito ricordiamo quelle in cui egli afferma che “il covid ci ha dimostrato le carenze del nostro sistema sanitario, ma anche la forza e il coraggio di andare avanti tutti insieme”.
Infine, l’ultimo premio è stato consegnato al vescovo Parmeggiani in qualità di rappresentante del clero delle diocesi di Tivoli e Palestrina. Nell’accettare il riconoscimento, il Presule ha voluto ricordare tutti coloro che hanno lavorato senza sosta durante questo periodo di crisi: sacerdoti, laici, parrocchiani e tutti coloro che si sono messi in relazione per far fronte all’emergenza. Egli ha voluto anche dedicare un ringraziamento speciale al servizio svolto dalla Caritas dei territori diocesani: Tivoli è riuscita a donare più di un milione di euro, così come Palestrina è riuscita a donarne circa 800 mila. Denaro investito in pacchi alimentari, cure, strumenti elettronici per aiutare i giovani con la didattica a distanza, libri di testo… Il discorso si è concluso anche con un piccolo pensiero a coloro che ci hanno lasciati, tra i quali due sacerdoti della nostra diocesi.
Marta Cecconi