Sullo sperone del monte Pratiglio, in provincia di Roma a quota 835 m s.l.m., distante solo una ventina di chilometri dai Monasteri benedettini di Subiaco, troviamo un ridente borgo chiamato Jenne, con i suoi 361 abitanti chiamati jennesi. Jenne è rinomata in quanto, nel 1199 nell’antico castello di cui oggi si conserva solamente la cappella, diventata successivamente la chiesa di Santa Maria in Arce, nacque papa Alessandro IV, Rinaldo dei Signori di Jenne. Il 6 luglio dell’anno del Signore 1835 viene posta la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, molto più grande della prima, sempre dedicata al culto di Sant’Andrea Apostolo, della lunghezza di mt. 15 e della larghezza di mt. 10 circa. L’opera fu disegnata dall’architetto trebano Nicola Jona, che personalmente diresse i lavori fino alla sua morte e che non riuscì a vedere la sua opera finita, poiché morì il 27 agosto 1843 ad Anagni. I lavori e i sacrifici del popolo jennese per la realizzazione della suddetta si conclusero solo nel settembre del 1874, quando il 13 dello stesso mese e anno il signor cardinale Raffaele Monaco la Valletta, abate commendatario di Subiaco, consacrò la nuova chiesa. Dopo quella del Monastero di Santa Scolastica e quella di Sant’Andrea Apostolo in Subiaco, è la chiesa più grande di quelle che appartennero all’abbazia territoriale di Subiaco. La chiesa nel suo interno conserva, al centro nell’altare maggiore, un quadro raffigurante sant’ Andrea, opera del cav. Natale Carta, professore dell’Accademia di San Luca, che lo dipinse nel 1860. Sull’altare di destra troviamo la pala d’altare tanto venerata e raffigurante san Rocco, eseguita dal presbitero romano Alessandro Zamboni nel 1863
Di fronte al dipinto del santo Protettore si trova inquadrato sopra il secondo altare, laterale, il quadro del Transito del patriarca San Giuseppe, sempre eseguito dal cav. Natale Carta, che lo dipinse nel 1863. Nelle cappelle laterali si possono ammirare la Vergine Immacolata con i santi Pietro e Filomena, opera dello stesso Zamboni che la firma in data 1862. Di fronte a questa, si può ammirare la cappella dei santi Antonio Abate e Antonio di Padova, tela del 1861 di Natale Carta. Rispettivamente a destra e sinistra dell’entrata principale stanno: la cappella del Crocifisso, dove viene conservato un crocifisso ligneo colorato, datato non prima della fine del 600. A sinistra invece, si può notare la cappella dell’Addolorata, sempre con una statua in legno posta su un altare in muratura rifinito con marmo, già posto prima del 1874 da Francesco Mantella di Jenne. A sostegno della cantoria, sono state collocate le due colonne provenienti dalla villa di Traiano sugli Altipiani di Arcinazzo, dove troneggia il nuovo organo a canne a trasmissione elettrica, della ditta Tamburini di Crema, eretto nel 1971.
Notevole interesse storico riveste la chiesa di Santa Maria in Arce (Madonna della Rocca): le sue pareti sono parzialmente affrescate con dipinti del XII secolo. La chiesa della Madonna delle Grazie ha due navate, una del XIV e l’altra del XVII sec, vi si conserva un venerato affresco su roccia riproducente la Vergine col Bambino. Nell’ambito del territorio troviamo anche una chiesetta rurale, denominata Sant’Angelo, restaurata nel settembre del 2002 e riaperta al culto con il nome di San Michele Arcangelo.
Essendo un paese montano, anche la pastorale è adattata e cerca di essere presente in tutte quelle attività che si possano fare in collaborazione con gli enti e le associazioni presenti nel territorio. Questi sono: l’arciconfraternita del santo patrono Rocco; la confraternita di san Giuseppe; le consorelle dello Sposalizio della Madonna e l’associazione del Rosario perpetuo.
La festa principale è quella del santo patrono Rocco, celebrata il 16 di agosto di ogni anno. Seguono la festa della Madonna delle Grazie, della Madonna della Rocca, della Beata Vergine Addolorata, la festa dei santi Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele.
Molto suggestiva è anche la festa della “Pantasema”, a chiusura di tutte le feste estive.
Per quanto concerne le processioni che si svolgono ogni anno, si ricordano quelle in occasione delle feste di san Rocco il 16 agosto, della Madonna Addolorata la 3ᵃ domenica di settembre, del Corpus Domini, e quella del venerdì Santo.
Così Antonio Fogazzaro, celebre scrittore e poeta dei primi del 900, ricorda Jenne nel suo libro Il Santo: “…la povera gregge di casupole che il campanil governa”.
Gaetano Saccà