«Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande», questa frase di papa Francesco rivolta agli adolescenti italiani durante l’incontro di lunedì di Pasqua 18 aprile 2022 in Piazza San Pietro #seguimi è segno di grande speranza. All’incontro erano presenti circa 80 mila persone da tutta Italia e molti hanno continuato l’esperienza di grazia di quel giorno inondando Roma di festa e di gioia, come solo i ragazzi sanno fare.
La nostra diocesi è stata presente con un centinaio di adolescent, provenienti da Affile, Arsoli, Palestrina, Riofreddo, San Vittorino Romano, Tivoli, Villa Adriana e Zagarolo, guidati dai condirettori del Servizio di Pastorale Giovanile-Mistagogica don Ciro Vespoli e don Paolo Ravicini. La giornata è iniziata con il pellegrinaggio a Roma sin dalle prime luci dell’alba, ci siamo poi radunati come gruppo presso la Casa Provinciale del Pontificio Istituto delle Suore Maestre Pie Filippini, in via delle Fornaci e abbiamo raggiunto Piazza San Pietro insieme a tutto il fiume di ragazzi italiani. In piazza, l’accoglienza è stata guidata da alcuni personaggi dello spettacolo e alle 17 papa Francesco ha finalmente compiuto il suo ingresso con la consueta papamobile. Dopo gli anni difficili legati alla pandemia e dentro uno scenario politico preoccupante, questo gesto del Papa ha ridato entusiasmo a tutti i presenti e, come è tornato ad essere di consueto, non sono mancati sorrisi, saluti e scatti digitali a testimoniare quel clima di gioia. Dopo il saluto del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Gualtiero Bassetti, il Papa ha guidato la preghiera in ascolto del vangelo di Giovanni (21,1-19), intervallando alcuni momenti di testimonianza di giovani e adolescenti che hanno condiviso la loro fede personale e comunitaria soprattutto nel momento difficile di pandemia.
Tra questi spicca Mattia Piccoli, l’Alfiere della Repubblica che assiste ogni giorno suo padre, affetto da Alzheimer precoce: la sua testimonianza ha davvero toccato il cuore di tutti noi. Durante la preghiera, Papa Francesco ha condiviso la realtà della notte e del buio, sempre presenti nella vita sociale ed ecclesiale, di cui tutti noi facciamo esperienza, ricordan-doci però di “allenare” il nostro fiuto che, dentro il buio, riconosce la presenza di Gesù sulla riva del lago di Tiberiade (quindi della nostra vita) e ci chiede di fidarci di Lui, di seguirlo attratti solo dal suo grandissimo amore. Siamo tutti in grado di fare come il discepolo che sulla barca, dopo la pesca abbondante, riconosce l’Amato, Gesù, che poco prima aveva detto proprio ai discepoli in barca: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (Gv 21,6), esclamando davanti a Pietro e a tutti: «È il Signore!» (Gv 21, 7). Ci chiede il Papa: «Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Ma, tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per così poter cacciarle via. Ricordate questo: le paure vanno dette. A chi? A papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi».
Il clima di festa e di gioia di quel giorno resta vivo nei cuori di tutti noi, e avremo opportunità di ricordare e approfondire lunedì 25 aprile a San Vittorino Romano, a partire dalle 9.30.
Paolo Ravicini