Questo Report è stato realizzato con i dati provenienti dai colloqui con le persone incontrate nel corso del 2020 nel Centro di Ascolto diocesano, nei vari Servizi della Caritas diocesana e nei Centri di Ascolto delle Caritas parrocchiali che insieme costituiscono la Rete Caritas della Diocesi di Tivoli.
L’esperienza del Covid-19 ha fatto percepire la faccia crudele della globalizzazione, ossia la consapevolezza di non potersi mettere in salvo dal virus fuggendo in un altro luogo, che spiega il clima di paura e incertezza che continua a galleggiare nell’aria.
Così come accade per le persone, anche per i sistemi sociali il virus è più pericoloso se concorre con patologie sociali strutturali, sistemiche.
La pandemia è piombata su uno scenario ove preesisteva un’ampia fascia di fragilità, precari, saltuari, stagionali, lavoro sommerso; persone che arrivano con grande fatica alla fine del mese, con redditi molto precari, discontinui, ridotti. Cosa è successo a queste famiglie con l’avvento del Coronavirus ?
Da una recente indagine della Banca d’Italia emerge una società scoraggiata, impaurita, ritirata su sé stessa: una sorta di passo indietro delle famiglie sia in termini economici sia in termini psicologici e di posizionamento sociale; un autoposizionamento su uno scalino inferiore nella stratificazione sociale. Un atteggiamento rinunciatario: in parte frutto di consapevolezza ed esperienza concreta; in altra parte frutto di uno scoraggiamento profondamente interiorizzato, una sorta di depressione collettiva come reazione al trauma rappresentato dalla pandemia. Oltre la metà delle persone con cui si è avuto più colloqui ha dichiarato di aver subito una contrazione del reddito familiare seguita alle misure adottate per il contenimento dell’epidemia. L’impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori dipendenti a termine, indipendenti e, ovviamente, disoccupati. Più di un terzo ci ha dichiarato di non avere risorse liquide sufficienti a far fronte alle spese per consumi essenziali della famiglia per un periodo di 2 mesi. Anche le aspettative di spesa delle famiglie risentono della situazione economica: oltre la metà ritiene che, anche quando l’epidemia sarà terminata, le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno nettamente inferiori o del tutto azzerate.
E dunque evidente che la condizione esistenziale delle famiglie del nostro territorio diocesano ha fortemente risentito del duro impatto con la pandemia, sia dal punto di vista economico che psicologico.