Un Natale particolare al Carcere di Paliano: la testimonianza del Cappellano

Parlando con uno di loro: «il Natale in carcere è un mix di emozioni, la prima emozione è la mancanza della famiglia e la speranza che il prossimo natale si passi fuori con i propri cari, ed è una tristezza anche per i nostri familiari, perché vogliono stare con noi.

In quei giorni si cucina e si cerca di trascorrere più tempo in compagnia per far sì che sembri un giorno come gli altri e non sentirne il peso. Proprio il periodo natalizio è il più carico di ricordi, sia negativi che positivi, diventa anche il momento centrale di un periodo che fa riflettere sui propri errori commessi, i quali ci hanno portato dietro le sbarre.

In questi giorni di festa il personale penitenziario lavora e nei loro occhi si vede che sono amareggiati perché avrebbero il piacere di trascorrerlo con i propri familiari e cercano di fare il loro meglio, ancor più in queste giornate di festa per fare stare tutti in serenità e a proprio agio. A loro e a tutti coloro che si prendono cura di noi la nostra riconoscenza e il nostro Grazie».

Il Vescovo Mauro il 22 dicembre ha voluto portare personalmente l’abbraccio misericordioso di Gesù Bambino, che non esclude nessuno, celebrando con i detenuti il mistero di Dio che si fa “carne”, trasformando ogni miseria in luogo di rinascita.

Le sue parole semplici hanno trasformato la loro “mancanza” in vicinanza di Gesù. Rivolgendosi ad ognuno di loro diceva che: «Il Signore ti è vicino… ha fiducia in te… ti ama di un amore incondizionato… non ti chiede in cambio nulla, è gratuito… per questo si possono correggere gli errori, si può cambiare… perché ha fiducia in te». Strette di mano, sorrisi… hanno rallegrato uno spazio di sincera misericordia.

Non poteva mancare un dono e il Vescovo ha voluto allietare il loro pranzo di Natale con prodotti tipici della sua terra d’origine: tortellini e parmigiano reggiano.

Infine una bella testimonianza di uno dei reclusi che pregava la Madonna che scioglie i nodi, quadro presente nella chiesa del carcere, per avere solo qualche giorno di permesso da trascorrere con i suoi a Natale. Non si può nemmeno immaginare cosa significhi questa attesa per un detenuto. Abbiamo pregato incessantemente… e proprio in questo giorno la felicità dell’autorizzazione.

Mi viene da pensare a noi che sciupiamo tanto tempo senza dare abbracci e baci a chi ci vuole bene e anche a chi non ce ne vuole! Il presepio, le luci in ogni angolo ci hanno ricordato che come mi diceva uno di loro: dentro il tunnel del buio in lontananza intravvediamo una stellina che alimenta la nostra speranza.

p. Andrea Stefani, ofm