Un nuovo diacono: Andrea Strano

Il seminarista ordinato diacono per la diocesi di Palestrina il 24 agosto dal vescovo Mauro racconta la sua vocazione, la formazione e le speranze

Nel duomo, mercoledì scorso la Messa per l’ordinazione diaconale di Andrea Strano, seminarista in servizio presso la parrocchia della Sacra Famiglia. Presenti numerosi sacerdoti di Palestrina e di Tivoli, e altre provenienze, il rettore del seminario di Anagni don Emanuele Giannone e molti fedeli. Don Andrea ha risposto ad alcune domande.

Lei ha definito la sua una “vocazione adulta”. Ci racconta come è nata?

Sono cresciuto in una famiglia cattolica, non solo di cultura per grazia di Dio; mia madre, in particolare, è una donna di fede semplice e sincera e questo ha sempre colpito le persone che ha conosciuto lungo la sua vita. Mio padre, mio fratello ed io, abbiamo tutti spiritualmente respirato di lei. Già a partire dalla prima media per qualche problema a scuola e grazie al suo sostegno qualcosa nel mio modo di vivere il rapporto con Gesù è cambiato. È diventato più consapevole. Ma la prima vera avvisaglia vocazionale è arrivata a 25 anni se non erro. Ero ad un corso sull’affettività tenuto da un frate minore in Abruzzo: padre Giovanni Marini. Era pieno di ragazzi single e fidanzati desiderosi di capire come vivere al meglio e cristianamente la propria relazione di coppia o quella che avrebbero prima o poi intrapreso.

Lì è successo qualcosa.

Ho avuto la forte percezione he la vita matrimoniale non era quello che il Signore aveva pensato per me. Ebbi una crisi di pianto. Pur consapevole che il senso della vita era Cristo, il pensiero della vita sacerdotale mi spaventava, avevo altri progetti. Una certa mentalità mondana influenzava anche me. Ero ingenuamente convinto che “avere una ragazza al proprio fianco” fosse la realizzazione della vita. Misi tutto nel dimenticatoio per molti anni, pur andando tutti i giorni a Messa e camminando con la comunità di cui faccio parte: “la Fraternità Francescana Madre della Riconciliazione e della Pace”.

Nel 2012, grazie anche a padre Cristoforo Amanzi, compresi ancora meglio che il Signore mi stava chiamando ad altro e che stavo scappando da me stesso. Iniziai a studiare teologia dopo aver lasciato il lavoro, e, al termine degli studi, nel 2018, sono entrato in seminario.

Oggi a 42 anni sono diacono in vista del sacerdozio.

Come si è preparato all’ordinazione diaconale e come immagina il suo servizio?

I miei progetti di preparazione nella lettura e nel raccoglimento sono stati “spazzati via” dal ricovero improvviso di mia madre per emorragia cerebrale. Mi sono preparato al diaconato occupandomi di lei con mio fratello tutti i giorni. Non ho immagini del mio futuro servizio di diacono, ma speranze. Spero di crescere di più in Cristo, di servire, nonostante i miei limiti e la fragilità umana.

Quale suggerimento si sente di dare ai giovani?

Difficile dirlo in poche righe: una buona parte della società di oggi ha come progetto quello di farvi tenere gli occhi bassi, davanti alle cose che si vedono e si toccano. La vita non si esaurisce sulla terra, non avrebbe senso. C’è Qualcuno che è sceso sulla terra per mostrare come vivere al massimo di qua e gioire in eterno di là. Pensate a quale possa essere il senso vero della vita e non verrà alla fine risposta più sensata che Gesù. Per chi vuole fare due chiacchiere su questo… io ci sono.

Maria Teresa Ciprari