«Un presepe in ogni casa», ad 800 anni dalla natività di Francesco a Greccio

Con una sua lettera del 5 novembre il vescovo Mauro invita «a realizzare e a promuovere la realizzazione dei presepi in ogni casa e luogo di vita affinché tutti ricordiamo che il Natale non è una favola ma il mistero di un Dio che amandoci infinitamente si è fatto uomo per noi».

Siamo ormai quasi giunti infatti al tempo dei preparativi della solennità del Natale, ed intorno a noi saranno molti i segni di questa festa, «segni, però, che spesso tralasciano e distolgono dal significato più autentico del Natale, quel significato che ha la sua origine nell’evento che celebriamo nel giorno di Natale: la nascita di Gesù, ossia il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio che viene a visitare la nostra umanità» scrive il Vescovo nella sua lettera. «Questo mistero – prosegue – è da secoli che viene rappresentato attraverso il mirabile segno del presepe. Esso, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Guardando al presepe scopriamo come Dio facendosi povero e piccolo bambino si sia fatto uomo per incontrare ognuno di noi; scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui (cfr Papa Francesco, Lettera Apostolica Admirabile signum, 1)».

Quest’anno, nel centenario della realizzazione del primo presepe a Greccio per opera di san Francesco d’Assisi (1223-2023), il vescovo Mauro, aderendo all’iniziativa del Coordinamento Ecclesiale dei Centenari Francescani, rivolge a tutti l’invito a realizzare “Un presepio in ogni casa”, esortando anche a leggere e spiegare la Lettera Apostolica Admirabile signum di papa Francesco. Infine sollecita ad inviare le foto delle rappresentazioni della Natività ai contatti dell’ufficio comunicazioni sociali per la photogallery che sarà pubblicata anche quest’anno sui nostri social.

Una provocazione ci viene dalle linee guida dei Centenari francescani 2023-2026: «Ricordare il centenario del presepio di Greccio ci invita a considerare non solo qual è il posto che Gesù occupa nei nostri cuori, ma anche se lì c’è posto per coloro con cui Egli ha voluto identificarsi».