La relazione della prima fase di ascolto nelle nostre diocesi di Tivoli e di Palestrina
Nell’esperienza sinodale che stiamo vivendo si è conclusa la prima fase diocesana segnata dalla dimensione dell’ascolto, atteggiamento essenziale per camminare insieme in modo autentico. Il cammino infatti è opportunità per incontrarsi, accogliersi, riconoscersi, condividere e questo è reso possibile proprio dalla capacità di ascoltarsi reciprocamente, senza chiusure e pregiudizi. La Chiesa di Tivoli e di Palestrina, accogliendo l’invito, si è aperta da subito a questa esperienza in un clima di preghiera che ha rappresentato la cornice di riferimento di tutto questo tempo. I sacerdoti, le comunità parrocchiali con i loro organismi di partecipazione, i gruppi e i movimenti, il mondo della scuola, le diverse associazioni presenti nel territorio, guidati dai coordinatori di gruppo scelti per aiutare il tempo dell’ascolto, si sono lasciati provocare dagli interrogativi offerti e raccolti in dieci nuclei tematici, che abbracciano l’ambito della comunione, della partecipazione, della missione. Il desiderio che ha animato questo tratto di cammino è che tutto il popolo di Dio si sentisse realmente interpellato e coinvolto nel narrare esperienze vissute, sia positive che negative ed esprimere punti di vista, desideri e bisogni. Anche alcuni Sindaci, sollecitati da una lettera del Vescovo Mauro, si sono coinvolti in questa fase, offrendo il loro contributo importante e significativo.
Ogni gruppo di ascolto ha prodotto una sintesi consegnata al Vescovo e ai referenti diocesani, che hanno letto con attenzione e spirito di discernimento per cogliere la voce dello Spirito che parlava attraverso ogni intervento ed essere fedeli alle voci delle persone e a ciò che è emerso dal loro discernimento e dialogo. È stata preparata una sintesi generale, inviata dal Vescovo Mauro alla Segreteria del Sinodo, che ha raccolto quanto di positivo è presente nel tessuto umano e pastorale delle comunità e del territorio, come anche le difficoltà, le criticità, da considerare con sguardo positivo. Esse possono diventare feconde e generative di nuovi percorsi e di ulteriori tratti di cammino. Al termine di questa prima fase, raccogliamo un frutto significativo: ci siamo scoperti Chiesa capace di accogliere la “sfida” e lasciarsi provocare. La capacità di mettersi in discussione è già elemento positivo che dice una vitalità presente, a volte sopita, a volte dimenticata o sconosciuta, che è emersa con forza in questi mesi.
Possiamo dire che siamo Chiesa che vive una fede autentica, proprio in questa capacità di accogliere la chiamata di Dio e rispondere ad essa, magari con riserve, con fatiche, con lentezze e ritardi, ma intanto Chiesa in cammino. L’esperienza biblica ci conferma che la fede è rispondere alla chiamata e lasciarsi porre in cammino, al di là della modalità con la quale si cammina, che risente della fragilità, delle contraddizioni, dei dubbi, delle fatiche come anche delle stanchezze. È “fisiologico”, naturale che ci siano questi momenti: importante è essere in cammino sospinti dall’essenziale presenza dello Spirito Santo, unica certezza e sicurezza. E questo è accaduto nella nostra Chiesa!
Gianluca Zelli e Lucina Ciamei,
referenti diocesani per il Sinodo