L’appello del Papa per un aiuto collettivo e “concreto” alle vittime
La Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha fatto proprio l’appello di papa Francesco per un aiuto collettivo e “concreto” a sostegno di vittime, feriti, familiari e soccorritori del terremoto, ed ha rinnovato la profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni di Turchia e Siria provate dal sisma. Nel messaggio del 9 febbraio della Presidenza della CEI si legge che è stata indetta una colletta nazionale, «da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima) come segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite». Un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille per iniziative di carità di rilievo nazionale è stato subito devoluto dai Vescovi italiani per i primi soccorsi. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, che è in costante contatto con Caritas Turchia, Caritas Siria e la rete Caritas internazionale per offrire aiuto e sostegno. Anche il vescovo Mauro con una sua lettera invita tutte le comunità delle diocesi di Tivoli e di Palestrina ad aderire.
Sin d’ora è comunque possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o con donazione on line tramite il sito www.caritas.it o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023”».
Caritas Italiana, impegnata da anni in Turchia e Siria, tramite il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”, sottolineando la situazione drammatica, aggravata dal freddo e dalla povertà.
Oltre 17mila i morti accertati, al 9 febbraio, ancora migliaia le persone intrappolate sotto le macerie. È drammatica la condizione dei sopravvissuti, che necessitano di tutto, e si trovano ad affrontare le difficoltà del reperimento di cibo e acqua, e le rigide condizioni climatiche.
Da Caritas Italiana leggiamo la dichiarazione del vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia: «La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. Manca l’acqua potabile, l’elettricità, le vie di comunicazione sono interrotte, c’è bisogno di tutto». In Siria, il direttore della Caritas nazionale Riad Sargi dichiara: «la situazione è drammatica. Colpite duramente anche le città di Aleppo, Lattakia, Hama e Tartous, almeno un centinaio di edifici crollati. Macerie che si sommano a quelle della guerra. Caritas Siria si è prontamente mobilitata per portare conforto e organizzare i primi soccorsi». Due operatori di Caritas Italiana sono giunti ad Istanbul per affiancare Caritas Turchia nella gestione della crisi.
- Lettera del Vescovo Mauro: Adesione alla Colletta Nazionale per Turchia e Siria