Mercoledì 15 febbraio nella parrocchia Sacra Famiglia a Palestrina si è tenuto il consueto appuntamento formativo della comunità diaconale della diocesi di Tivoli e Palestrina alla presenza di sua Eccellenza il Vescovo Mauro Parmeggiani.
Proseguendo nell’itinerario intrapreso dei Cantieri di Betania abbiamo analizzato il terzo Cantiere quello che più da vicino ci coinvolge: la diaconia.
L’immagine è sempre quella di Maria e Marta, Maria seduta ai piedi del Signore che ascolta, Marta che serve, sono complementari in questo servizio che è allo stesso momento ascolto e concretezza. Accolgono Gesù nella loro casa, gli offrono ristoro e in modo diverso gli danno importanza, gli aprono il loro cuore con l’ascolto e il servizio che sono due dimensioni dell’accoglienza. Dobbiamo essere noi oggi Marta e Maria, per la Chiesa e gli altri, pronti ad ascoltare, ma anche a metterci al servizio per aiutare.
Quando invece il servizio non nasce dall’ascolto, si possono deludere le attese di chi abbiamo davanti. Noi dobbiamo ascoltare la Parola di Dio per comprendere quale è il vero servizio da fare all’uomo. Dobbiamo cercare di accompagnare, di accogliere tutto ciò che è possibile ascoltare per portare progressivamente ad accogliere e servire chi abbiamo davanti. Non è un portare noi stessi davanti, ma una reale risposta dell’ascolto e della storia reale dell’altro. Ma quanto noi siamo disposti ad ascoltare gli altri? Portiamo sempre avanti le stesse cose, le stesse scelte pastorali senza renderci conto che il mondo è cambiato e continua a cambiare?
Il Cantiere delle diaconie e della formazione spirituale è un puntare l’attenzione delle nostre comunità ai vari servizi e ministeri ecclesiali che devono sempre più fondersi e fondarsi sull’ascolto della Parola e dei fratelli.
Questo distingue la diaconia cristiana dall’impegno umano.
Il diacono è chiamato a porsi in ascolto della Parola e in ascolto dell’altro, con il giusto spirito senza sentirsi superiori agli altri. Mettersi in ascolto della Parola degli altri è un servizio nel quale siamo chiamati ad impiegare il giusto tempo e il giusto modo. Soprattutto i giovani non si sentono ascoltati nel modo giusto da noi e si allontanano sempre più da Dio. Noi dobbiamo ascoltare la Parola di Dio per ascoltare gli altri per poi metterci al servizio veramente come servi inutili, cioè senza aspettarci nulla in cambio. La gente desidera incontrare Dio, ma l’unico modo per farglielo conoscere è offrire una vera testimonianza cristiana, soprattutto in noi ordinati. Dobbiamo impegnarci perché possiamo essere credibili.
All’interno delle comunità è necessario ricondurre la diaconia, il servizio, alla sua radice spirituale per vivere come una fraternità mistica, dove nel fratello riconosco Cristo per servirlo. Dobbiamo essere una comunità contemplativa che sa riscoprire la sacralità del prossimo per scoprire Dio in ogni essere umano.“Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà veramente umana” (J. Ratzinger). Siamo chiamati a vedere nell’altro il volto di Dio, per fare questo dobbiamo essere formati ponendoci con cuore sincero all’ascolto della Parola di Dio.
Fabio Iannilli, diacono