Si è tenuta dal 14 al 21 agosto la vacanza al mare dei ragazzi speciali della sottosezione di Palestrina. Francesca P., una delle giovani accompagnatrici, condivide le emozioni vissute in questa grande famiglia
Comunicare non è un verbo che ha come solo mezzo di espressione la parola. Ho visto occhi parlarmi attraverso sguardi fatti di mille sfumature; sorrisi guarirmi con curve dalla diversa sinuosità; ho sentito mani raccontarmi tutta la loro fragilità in una forte stretta; ho accarezzato con la pelle lacrime dal diverso peso che urlavano dal dolore e che cercavano aiuto; ma soprattutto ho ricevuto amore da cuori che attraverso una sequenza di battiti mi hanno dedicato poesie e canzoni che solo il silenzio può farti ricordare. Tutti i giorni i miei sensi potrebbero avvertire questa energia ma la superficialità dell’uomo sa come calpestarla. Ho passato una settimana cambiando aria, cambiando modo di vivere, ho interagito con persone che prima di poggiare i piedi davano peso al segno che avrebbero potuto lasciare o alle piccole meraviglie che avrebbero potuto far sprofondare. Non voglio definirli malati, perché non è l’essere apparentemente diverso che ti rende tale, ma semplicemente speciali. Questa grande famiglia viene chiamata Unitalsi, un’associazione che cerca in ogni modo di regalare la serenità a tutte quelle persone che lottano aggrappate all’amore; l’unico appiglio in un mondo di sofferenza fisica o mentale.
Ma da una semplice associazione si è passati a comporre una famiglia unita dall’unicità e dalla comprensione che si ha nell’anima nel guardare l’altro senza giudizio.
Entri volontario e ne esci fratello di un sangue diverso. Respiro questa spensieratezza dai miei primi passi, sono cresciuta in un mondo non troppo conosciuto ma che stringo perché lo sento una fortuna. Questo perché mio padre, come tante altre grandi persone, ha sempre fatto parte di questa squadra di sostegno… dei veri supereroi. Come me tanti altri ragazzi hanno avuto questa fortuna. Il tempo è passato e noi siamo cresciuti; quest’anno siamo partiti come adolescenti con una voglia di regalare un’estate indimenticabile a tutti i nostri fratelli speciali. Un soggiorno di sette giorni che fatichi a lasciare come quando ammiri il sole al tramonto che poi si tuffa nel mare.
Tornati alla vita di ogni giorno il mare non c’era ma sotto ogni lacrima di nostalgia è rimasto il sorriso. Ci siamo resi conto di quante incisioni ogni singolo componente del gruppo ci aveva scolpito sul cuore, una lettura da leggere per ricordare che anche se la vita può essere difficile se vivi non temerai mai la morte.