Si è celebrata sabato 18 maggio nel santuario di San Vittorino Romano la Veglia diocesana di Pentecoste.
«Possiamo pregare soltanto permettendo che lo Spirito Santo scenda su di noi» così il Vescovo ha introdotto la sua omelia in questa particolare contingenza dell’anno dedicato alla preghiera per volere di Papa Francesco.
«Lo Spirito che stasera insieme invochiamo – ha proseguito mons. Parmeggiani – è lo Spirito di verità e di carità che ci ricorda tutto ciò che Cristo ha detto e ci fa entrare sempre più nel senso delle sue parole, in relazione con Lui». Ciò richiede una risposta generosa da parte nostra, attraverso la vita, gli atteggiamenti, le azioni e la testimonianza. Lo Spirito Santo ci ricorda il comandamento dell’amore e ci esorta a viverlo, «ci fa vivere, cioè – ha spiegato il Vescovo – una dimensione relazionale con Dio che dobbiamo riscoprire sempre più nella nostra preghiera personale e nelle nostre comunità. Una dimensione che possiamo chiamare “spiritualità”.
E nello stesso tempo ci spinge a una dimensione relazionale con gli uomini, con i fratelli e le sorelle, con “tutti, tutti, tutti” e che possiamo chiamare “comunione”. Spiritualità e comunione che nascono da un cuore che arde perché pieno di Spirito Santo, lo Spirito del Risorto!». Quindi mons. Parmeggiani ha proseguito la sua riflessione soffermandosi sulla preghiera del Padre nostro, modello di ogni preghiera.
Maria Teresa Ciprari