La lettera agli Ebrei è un meraviglioso cantico teologico sull’offerta di Cristo al Padre come sommo sacerdote della Nuova Alleanza. Nel capitolo undicesimo diventa un inno alla fede dei padri che senza vedere Cristo hanno vissuto nell’attesa fiduciosa del compimento delle promesse. E di Mosè ci viene detto che per fede lasciò l’Egitto e rimase saldo come se vedesse l’invisibile (Eb 11,27). Ecco, i religiosi si pongono sulla scia di questo grande patriarca: lasciano le sicurezze dell’Egitto attratti come metallo dalla calamita e lì nel deserto incontrano Dio che arde come fiamma nel roveto. Lontano dall’Egitto sentono la Sua voce e vengono infiammati da quel fuoco che fa rimanere saldi.
Papa Benedetto XVI nel suo testamento ci ha donato quella esortazione profetica a rimanere saldi nella fede: è uno dei compiti propri dei religiosi. Rimanere saldi al nostro posto vivendo l’amore nella castità, la ricchezza nella povertà, la decisione nell’obbedienza: si può fare solo se vediamo l’invisibile. Solo se siamo animati dalla fede vediamo l’Invisibile nel quotidiano donarci a Dio e al prossimo e non abbiamo nostalgia dell’Egitto che abbiamo lasciato perché attediamo, come la Vergine Maria, il compimento di tutto ciò che il Signore ha detto (Lc 1,45).
Fabrizio Micocci
delegato episcopale per la vita consacrata