La lettera del Vescovo, “All’improvviso dal cielo”, per essere voce profetica nel mondo
All’inizio del nuovo anno pastorale, che prevede, tra pochi mesi, l’apertura del Giubileo 2025 sul tema: “Pellegrini di speranza”, il nostro Vescovo Mauro Parmeggiani ha reso pubblica – il 15 agosto scorso – la Lettera Pastorale “All’improvviso dal Cielo” (At 2,2) che, frutto dell’ascolto del Consiglio presbiterale, del Consiglio pastorale diocesano e dei lavori del Convegno ecclesiale diocesano del 16 giugno scorso, accompagnerà le comunità della nostra Diocesi di Tivoli e di Palestrina.
La lettera, che sarà consegnata al popolo di Dio durante il Convegno Ecclesiale Diocesano che si terrà presso il santuario N. S. di Fatima a san Vittorino il prossimo 13 ottobre, è intessuta di forti richiami alla speranza cristiana, che «non è…un’attitudine caratteriale, né è legata all’andamento delle vicende, ma è la presenza di Gesù Risorto, speranza ultima, stabile e definitiva». Solo coltivando questa speranza, dono teologale, la Chiesa può essere profetica in mezzo al mondo, che vive un tempo complesso e difficile, «È una storia difficile, ma è la nostra, la storia dove siamo posti dal Signore per dire la parola di Verità, che definisca il limite netto tra bene e male, che riaffermi i valori oggettivi e intangibili sui quali fondare la vita e le scelte».
Parole, queste del Vescovo, che sembrano riecheggiare le famose parole profetiche che san Giovanni XXIII disse in apertura del Concilio Vaticano II contro i profeti di sventura, che vedono sempre il peggio, invece di scorgere nei segni dei tempi l’agire della Provvidenza di Dio. Ma come ravvivare questa speranza, che permette alla Chiesa di avere una voce profetica in mezzo al mondo? Sicuramente non facendo le cose in maniera abitudinaria, con stanchezza, lamentandoci nel vedere solo le cose che non vanno, ma aprendoci al soffio dello Spirito che “all’improvviso dal cielo…riempì tutta la casa” (At 2, 2).
Il Giubileo, in questo senso, è un evento di grazia, che non possiamo perdere, per rispondere al forte bisogno di spiritualità che c’è nel cuore delle persone e che spesso ricercano altrove, perché non lo trovano nelle nostre comunità. Il Vescovo auspica un ritorno alle origini, a una spiritualità autentica, che innervi tutta la struttura delle nostre chiese, trasformandole da parrocchie a vere e proprie comunità. Questa spiritualità passa dal trovare luoghi concreti che siano oasi spirituali, proporre esercizi spirituali nei tempi di Quaresima, implementare il contatto con la Parola di Dio attraverso le Scuole della Parole e la Lectio.
Non dimenticando mai che nel giorno di Pentecoste tutto si svolse sotto lo sguardo e la guida di Maria, «donna “pneumatizzata”, ossia spiritualizzata, modellata totalmente dallo Spirito». Lei, maestra e modello di ogni cristiano, ci aiuterà in questo cammino.
Daniele Masciadri