Il 2 febbraio prossimo si celebra la 47ª Giornata nazionale per la vita sul tema «Trasmettere la vita, speranza per il mondo. “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. (Sap 11, 26)». «Questo del 2025 è un appuntamento particolarmente atteso – spiega la responsabile del Centro di aiuto alla vita di Tivoli, dott.ssa Paola Passacantilli – perché inserito nell’anno giubilare che ci apre con maggiore consapevolezza alla speranza che non delude».
Il legame tra la vita umana e la speranza è profondo e forte e inscindibile, sottolinea Passacantilli. «Come non ricordare – spiega ancora la responsabile del Cav di Tivoli – quanto scrissero i Vescovi italiani nel 1979 all’indomani dell’approvazione della legge sull’aborto, agli albori della prima Giornata per la vita? «Per ritrovare speranza bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra». Oggi, ribadiscono i Vescovi, la speranza si manifesta nella non rassegnazione nei confronti della «grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica». La speranza si manifesta anche nella capacità «di sostenere la difesa della vita e la tutela dei deboli». Giustamente poi i vescovi affermano che rinunciare alla vita impedendo a un figlio di nascere, non può essere mai considerato un “diritto”».
La presenza dei Centri di Aiuto alla Vita, sottolinea Passacantilli, che in 50 anni di attività in Italia hanno aiutato a far nascere oltre 280.000 bambini, da 50 anni a servizio della società e della Chiesa, riempie di gioia, perché conferma la comunione del popolo della vita, che in primo luogo è il popolo di Dio. «Tuttavia – conclude – rispetto a iniziative che sollevano muri, sono preferibili iniziative che – senza mai rinunciare alla verità e senza mai affievolirla – aprono varchi di collaborazione e costruzione comune per camminare insieme, “per difendere la vita bisogna essere testimoni della speranza e perciò, il volto rattristato, le visioni cupe, il dito accusatore non hanno base. Progettiamo la ricomposizione, non la divisione” (C. Casini)». L’invito per tutti è a al Convegno del 1° febbraio.