«All’improvviso come un rombo dal cielo una voce che ti chiama e ti sveglia dal sonno, dai tuoi sogni. È l’inizio di un viaggio interiore…» La testimonianza di suor Graziella
Raccontare la storia della propria chiamata a seguire Gesù nella vita consacrata
non si può farlo con poche parole, sono felice di poter esprimere qualche tratto del mio primo incontro con l’invito di Gesù a seguirlo.
Frequentavo il 3° liceo scientifico e facevo parte della squadra di pallavolo (che era la mia passione) e tutto sembra procedere serenamente e con soddisfazione nel ritmo della vita ordinaria e quotidiana, quando all’improvviso come un rombo dal cielo una voce che ti chiama e ti sveglia quasi dal sonno e dai tuoi sogni, che giovane adolescente accarezzi e quasi sfiori, con la freschezza e la fantasia della tua giovane età. Si tratta di un invito deciso e nello stesso tempo amico che ti spinge, anche se ho fatto un po’ di fatica a lasciarmi condurre per una via che non avevo messo nei miei programmi. In un istante senti che sei chiamata a lasciare il tutto che in quel momento rappresenta la tua ricchezza: famiglia, scuola, sport, amici, abitudini che riempiono il tuo mondo e che ti bastava per sentirti soddisfatta… La tua vita viene colta di sorpresa, è una rivoluzione che ti costringe a spostare l’asse verso un centro che non sei più tu, ma è Gesù. E lo scorrere della tua vita ordinaria
fatta di abitudini e di routine, riempita di sogni che già accarezzavi per il tuo futuro, improvvisamente perde la sua importanza e ti accorgi che un nuovo e sconosciuto futuro ti attende con la sola certezza di quella voce amica che ti invita a seguirlo per nuovi sentieri, per un’avventura misteriosa ma allo stesso tempo affascinante.
È come trovarsi immersi in un vortice, in cui tanti pensieri, dubbi, perplessità, paure si rincorrono quasi a frenare la corsa verso il tuo «Sì» ad un invito che ti ha capovolto l’esistenza e vieni proiettata in una nuova dimensione in cui stai vivendo una realtà esistenziale per te sconosciuta, incomprensibile. Gesù ti chiama a spogliarti del tuo vecchio mondo per seguire una vita nuova.
Una vita nuova che ti porta a cambiare le tue abitudini, i tuoi stili di vita e i tuoi modi di pensare… le relazioni che fino a quel momento per te erano importanti ed essenziali e irrinunciabili.
Piano piano ti accorgi che il tuo seguire questa voce, anche se non la comprendi in pieno, diventa una strada meravigliosa, splendida e misteriosa, perché ti apre ad un orizzonte di luce che veramente ti fa comprendere che seguire Gesù è rivestirsi di una vita nuova, di uno stile di vita che diventa sempre più luminoso, tanto più lo segui tanto più ti lasci illuminare dalla sua parola, dai suoi pensieri, lasciandoti alle spalle il tuo passato per seguire le sue indicazioni.
Quello che è avvenuto nella mia vita normale di ragazza di 17 anni, all’irrompere di questa voce che mi invita a lasciare tutto e seguirlo, non è stato facile da vivere, perché dubbi, incertezze, domande che ti poni di fronte ad una proposta che non ti aspettavi, ti sollecitano ad una risposta, e solo dopo un tempo di discernimento riesci a dire: «Eccomi, Signore».
Dove andare, cosa farò? È l’inizio di un viaggio interiore, dove la tua persona, i tuoi pensieri, le tue scelte hanno un fuoriprogramma che ti cambia l’esistenza, sei interpellata a seguire nuovi orizzonti, nuovi ideali.
La proposta è ardua: diventare sposa di Gesù per vivere il dono della castità, della povertà e dell’obbedienza nella vita comunitaria… non è una bella rivoluzione? Io mi sono lasciata attrarre dal «Vieni e seguimi», anche se ho faticato per dire il mio «Sì» definitivo, la mia disponibilità a lasciare tutto.
Nel momento in cui ho avuto il coraggio, ecco la gioia di lasciare tutto: la mia casa, i miei genitori, il mio paesino del centro della Sicilia, Villarosa in provincia di Enna, per partire felice, con una valigetta, per Tivoli, dove c’è la casa di formazione, dove ora mi trovo e con il compito di guida della Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, fondate in Calabria l’8 dicembre del 1933 dal vescovo salesiano il servo di Dio mons. Giuseppe Cognata.
Nel procedere della mia vita religiosa ho fatto la mia professione l’8 settembre del 1981 a Tivoli. Tante esperienze hanno colorato le mie giornate e lo scorrere degli anni, non nascondo che a volte la nebbia, il vento, il gelo hanno cercato di tentare, di indebolire la mia donazione, ma sostenuta dalla certezza di essere nella volontà del Signore, nell’abbandono fiducioso e nell’entusiasmo e nella gioia di appartenere per sempre a Lui, non ho mai voltato lo sguardo indietro, senza nostalgia del mondo che ho lasciato per sempre, perché Gesù è stato sempre un amico al mio fianco, il sostegno nella mia debolezza, il padre buono che perdona e il vero e autentico e insostituibile amore della mia vita. Niente e nessuno può offuscare la bellezza dell’intima unione con Gesù che mi ha accompagnata in tutti questi anni come sole che sorge dall’alto.
La mia vocazione è stata un porsi nelle braccia di un padre, e anche madre, che mi ha guidato, mi ha sostenuta, e guida e illumina i miei passi giorno per giorno per costruire il bene, per andare là dove lui mi indica.
E dove trovare ristoro alle fatiche se non nella preghiera e nell’intimità del dialogo silenzioso e personale con il Cuore di Gesù? Nell’intimità della relazione nella vita eucaristica e nella fraternità della vita comune trovi il sostegno per seguire la vocazione, con l’intimo rapporto di dialogo di comunione.
La storia di una vocazione è come un viaggio misterioso nel Progetto di Dio e non puoi esaurirla con poche parole perché è la ricchezza di una vita donata, offerta e consumata negli anni in una oblazione di amore, e colorata da tanti traguardi, e anche di tante cadute, dove il Signore ha tessuto la tela della tua esistenza, a volte luccicante e a volte da rammendare, ma sempre con il colore della fedeltà. Confesso che non è stato facile dire sì a Gesù che mi invitava a lasciare tutto. Ti senti in quel momento chiamata a dare il tuo sì a qualcosa di incomprensibile, di inconcepibile, qualcosa a cui non avevi mai pensato, e quindi la meraviglia di sentirsi chiamata personalmente per una missione di bene e di diffusione del Vangelo.
Mi sento di esprimere il mio grazie al Signore che mi ha dato il dono della mia vocazione. Oggi con riconoscenza sento che ho ricevuto un grande regalo da mettere al servizio del Regno. Un dono per collaborare alla sua opera redentrice, essere per il prossimo vicinanza, prossimità, segno della bontà e della tenerezza di Gesù ed essere disponibile sempre all’accoglienza, alla solidarietà, alla pace, alla fratellanza, per tutti i fratelli e le sorelle che incontro nel mio cammino, col sorriso, la speranza, lo sguardo di comprensione e di accoglienza, perché possa testimoniare a tutti la carità di Cristo, che mi spinge ad offrire una mano per sollevare dal dolore, dalle prove, dalla confusione dei nostri tempi quanti aspettano gesti di umanità.
Chiedo al Sacro Cuore di Gesù che la mia vita di oblazione possa essere mezzo di santificazione nell’offerta giornaliera e che ogni azione quotidiana sia perla preziosa da offrire tutti i giorni all’altare del Signore.
Graziella Benghini
Salesiane Oblate del Sacro Cuore – Delegata USMI diocesi di Tivoli