Dalla sera di venerdì 18 a domenica 20 ottobre, provenienti da tutta Italia si sono ritrovati presso la Fraterna Domus di Sacrofano i presidenti e gli assistenti diocesani dell’Azione Cattolica, insieme alle delegazioni regionali, alla presidenza nazionale ed ai responsabili del centro nazionale, per l’incontro che segna la presa in carico degli Orientamenti che l’associazione si pone per il nuovo triennio.
Già partendo dal titolo Voi stessi date loro da mangiare, «Siamo consapevoli – c’è scritto negli Orientamenti triennali 2024-2027 – di voler essere l’AC dei cinque pani e dei due pesci, che tutto ciò che possiamo mettere in campo non dipende dalle nostre forze e dalle nostre risorse, ma da quanto saremo ancorati alla Speranza vera».
Durante la tavola rotonda del sabato mattina dal titolo Nutrire il futuro: dentro le sfide della Chiesa e del Paese, Emanuela Gitto e Paolo Seghedoni, vicepresidenti nazionali, hanno ripreso il tema, ponendolo ai tre ospiti: Piermarco Aroldi, Daniela Palladinetti, Alessandro Rosina.
Piermarco Aroldi, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha parlato di cultura declinandola sempre al noi, una cultura condivisa che è dialogo, ascolto reciproco, confidenza, relazione gratuita e vera, partendo dalla famiglia e ribadendo un semplice concetto: costruire, produrre o generare cultura è il compito che ci attende, come gli artigiani. Quando si condivide cultura allora si è generativi. Generativi si è se condividiamo le storie e i progetti, nonché le istanze, dei nostri territori, insieme.
Daniela Palladinetti, avvocato, membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, ha spiegato che la democrazia è un cuore ferito, ma ha tutto il tempo e lo spazio per andare “oltre”, per giustificare la sua rinascita e la sua essenza. Essere generativi in politica e nell’amministrazione della cosa pubblica significa innanzitutto pensare al futuro. Costruendo percorsi condivisi. Partecipare è la cura.
Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha parlato di mobilità e di come questa sia un’opportunità di crescita sociale ed economica. Oggi siamo tutti in movimento, rispetto agli anni passati, e questa mobilità dovremmo tradurla in un fatto positivo. La conoscenza dei Paesi lontani dal nostro, la possibilità di conoscere lingue e impadronirsene, di instaurare rapporti di cultura con altri mondi diversi dal nostro, è un fatto positivo. E se questo è un fatto positivo, si chiede provocatoriamente, come possiamo aver paura di una legge sulla cittadinanza dei figli di migranti nati in Italia? Come possiamo aver paura del nostro futuro?
Il pomeriggio del sabato ha visto la partecipazione ai diversi laboratori, ridenominati “Atelier” nell’idea di sentirsi coinvolti in un confronto creativo, sui temi della Comunicazione, della Politica, della Mobilità, della Sostenibilità, delle Alleanze e dell’Impegno per la pace, della Tutela dei minori e delle persone vulnerabili, delle Persone e comunità, della Spiritualità.
L’anno del Giubileo vedrà anche la canonizzazione del Beato Pier Giorgio Frassati, cui è stata dedicata la serata del sabato con la narrazione della sua vita e della sua santità attraverso tre luoghi, fisici ma anche interiori, del cuore: la montagna, le case, la piazza.
Ecco quindi che in vista del Giubileo, raccogliendo l’invito di papa Francesco alla riscoperta dei “Segni di Speranza” lanciato nella bolla d’indizione, nel Convegno è stata centrale la riflessione su come essere donne e uomini di speranza in questo tempo attraversato da guerre, contrapposizioni violente e insopportabili disuguaglianze economiche e sociali. Ad essa si è accompagnata la conferma della scelta dello stile sinodale, che, con le parole del presidente nazionale Giuseppe Notarstefano, è «il cammino di una Chiesa che si interroga sul suo stare nel mondo» in cui l’AC ritrova il suo stile ed il suo impegno da sempre, dalla sua nascita. Sul suo esempio, il camminare insieme dello stile sinodale, condividere con gli altri e far diventare la nostra vita generativa, è già un primo passo.
Fulvio Romani
Presidente Ac Diocesi di Palestrina