La Vergine di Quintiliolo accolta a Tivoli e nel duomo di San Lorenzo

La tradizione di traslare ogni anno l’icona di Maria a Tivoli dal piccolo santuario di Quintiliolo risale nella sua forma attuale all’inizio del XVII secolo. In precedenza l’icona veniva spostata in occasione di particolari necessità, legate soprattutto al mondo agricolo.

La Madonna di Quintiliolo, una odigitria (“colei che conduce” Maria indica il Bambino con la mano destra ndr) datata all’inizio del XIII secolo ma di incerta provenienza (forse benedettina), è infatti storicamente legata ai ritmi della cultura contadina. Il volto bruno richiama al sole che favorisce la crescita delle piantagioni fondamentali per la vita, ma anche a un concetto teologico più profondo, quello dell’umanità che si lascia illuminare dalla luce di Dio, esposto da molti padri della Chiesa nei loro scritti.

Sentita con particolare devozione ancora oggi, nonostante le grandi trasformazioni sociali e il declino delle forme popolari della fede, la festa tiburtina per la Madonna di Quintiliolo raccoglie ancora moltissime persone che vedononell’antica Immagine di Maria un segno di vicinanza e di conforto. Non è raro imbattersi in volti di giovani o anziani segnati dalle lacrime al passaggio della processione e in particolare nel momento del suo ingresso in Duomo.

Con la partenza dal Santuario, rimasto inaccessibile per diversi anni a causa di problemi di viabilità stradale, quest’anno il corteo processionale ha recuperato tutte le tappe storiche della festa, che dal 1993 è anche impreziosita dall’infiorata in via Maggiore e poi via de’ Sosii, frutto del lavoro di centinaia di maestri infioratori.

Il Vescovo Mauro ha ricordato, nell’omelia in Duomo, che accogliere l’immagine di Maria significa imparare “a vivere nella fede e nell’obbedienza al Suo Figlio Gesù per poi portarlo a tutti”. Ripercorrendo il Vangelo dell’apparizione di Gesù sulle rive del Lago di Tiberiade, ha sottolineato come la Chiesa di oggi debba passare da un “girare a vuoto” a una pesca feconda fidandosi solamente del Signore. Maria è la prima “a non perdere la speranza”.

“Aiutati da Maria – ha evidenziato – impariamo a obbedire alla parola di Dio in una sequela costante del Signore come costante è stata la sequela di Maria”.

Antonio Marguccio